Archivi del giorno: 9 luglio 2012

Gli amici di Silvano Campagna

anarchicamente interrogo la realtà escogitando come “rivoluzionarla”. Ma la mia “rivoluzione” non è concepita né come “evento” né come strumento di sostituzione del detentore del potere, del principio di autorità. La rivoluzione come evento, anzi, per me è contraria all’essenza stessa dell’anarchia, la quale, lontana da ogni forma di disordine sociale, vuole invece instaurare un ordine fondato sulle virtù degli uomini e non sui vizi, su norme etiche fortemente ed eroicamente autoimposte, secondo un’idea di autogoverno intimo, di assunzione di responsabilità radicale, in piena libertà. Rivoluzione come evento significa reiterare la logica dell’autorità imposta e il principio del dominio di un individuo sull’altro, investendo sempre nuovi protagonisti (lo stato, la chiesa, gruppi di potere, uomini, donne, società) del diritto di comandare e dominare attraverso l’esercizio della forza, della violenza, della coercizione. Per ciò la rifuggo. La rivoluzione che ho in mente invece ha a che fare con un processo storico meditato, come “mutazione culturale dell’immaginario sociale collettivo”.
Come disse Gandhi: “anch’io sono un anarchico, ma di altra specie”.
Cosa devono essere i nuovi anarchici secondo me?:

Irriducibili partigiani della libertà e della non violenza.

“Se sono modestamente un anarchico è perché l’anarchia prima ancora che un’appartenenza, un catechismo, un decalogo, un dogma, è un modo di essere, uno stato dell’anima, una categoria dello spirito”.
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